Decreto Coesione: lo stato dell’arte degli incentivi all’occupazione

Bonus Giovani, Bonus Donne e Bonus Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica sono gli incentivi previsti dagli articoli 22, 23 e 24 del Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024). In attesa del via libera della Commissione europea alla loro fruizione, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro con la circolare n. 7/2024 offre una disamina delle misure, analizzando la platea dei beneficiari, la misura degli incentivi, le procedure di attuazione e le condizioni per l’effettivo utilizzo. I Bonus hanno lo scopo di incrementare l’occupazione giovanile stabile; favorire le pari opportunità nel mercato del lavoro per le lavoratrici svantaggiate; sostenere lo sviluppo occupazionale della Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica, contribuendo alla riduzione dei divari territoriali e promuovendo l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori disoccupati, da almeno 24 mesi, a partire da 35 anni di età e con qualifica diversa da quella dirigenziale. Il DL n. 60/24 (convertito in L. n. 95/24) disciplina questi tre benefici, prevedendo regole differenti anche ai fini della compatibilità degli incentivi con le regole comunitarie in materia di aiuti di stato previsti dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. L’attuazione delle tre misure è invece demandata al Ministero del Lavoro con apposito decreto, fermo restando naturalmente i vincoli comunitari che costituiscono, pur essendo prevista la decorrenza per le assunzioni dal 1° settembre 2024, conditio sine qua non per l’effettivo avvio delle importanti agevolazioni introdotte dal Decreto Coesione per favorire l’occupazione giovanile, di donne e soggetti over 35 che lavorano nelle zone svantaggiate del Mezzogiorno. In esito alle procedure descritte, l’arco temporale di operatività delle misure potrebbe essere corrispondente con la data dell’eventuale autorizzazione UE. Peraltro, nei mesi scorsi il Ministero del Lavoro ha proceduto alla pre-notifica col competente Dipartimento per gli affari europei, mentre a livello comunitario l’iter è seguito dalla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea. Come è noto, è il Dipartimento per gli Affari europei presso il Consiglio dei Ministri che si occupa degli aiuti di Stato in Italia, mentre la Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Ue svolge un ruolo centrale nei rapporti fra le Autorità italiane e le istituzioni dell’Unione Europea. Senza il via libera dell’Ue i benefici non potranno essere effettivamente riconosciuti. La circolare di Fondazione studi è disponibile sul sito www.consulentidellavoro.it.

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